Gentile con tutti, forte con qualcuno…Siamo di fronte ad una canna davvero particolare, sviluppata in 2 lunghezze: 11' (3.30 mt) e 12' (3.60 mt) in 2 sezioni (più vettino), con la medesima potenza di lancio dichiarata di 50 gr; poliedrica negli utilizzi e sempre all’altezza delle situazioni.
Trattasi di un attrezzo nato per la pesca in acqua ferma, lo si capisce immediatamente dalla sezione ultra “slim” del grezzo, dall’azione estremamente gentile e dai 2 sottili vettini in carbonio di soli 2,2 mm di diametro alla base, che portano stampigliato un Test Curve di 0,75 oz e 1 oz. E’ sicuramente la canna più sottile che ho in rastrelliera, sia nella versione 11’ che 12’, hanno rispettivamente un diametro di 10,6 mm e 11,6 mm appena sopra la placca porta mulinello e con questi presupposti, sinceramente, tutto mi sarei aspettato meno di una canna così polivalente e tremendamente efficace in diversi contesti.
Piccola parentesi, le feeder rod hanno la particolarità unica di inglobare nella loro essenza due strumenti fondamentali per il pescatore: canna e segnalatore di abboccata, “tip” per gli addetti ai lavori, assolutamente riconducibile, quest’ultimo, a quello che in altre tecniche di pesca al colpo è il galleggiante. Nascono pertanto come attrezzi estremamente tecnici, adatti ad un utilizzo molto specifico che, per struttura stessa, difficilmente si adattano a situazioni differenti se non scendendo a chiari compromessi.
Rimanendo nel solo ambito delle canne da acqua ferma, troviamo attrezzi di diversa lunghezza, potenza e azione, adatte a scopi e tecniche differenti, quali: method feeder, piombino, feeder classico; canne adatte alla pesca delle carpe e dei grossi pesci o ideali per il pesce bianco, insomma, per ogni singolo contesto occorre il giusto attrezzo.
Tornando a noi, ad una prima occhiata della World Champion, un feeder-man con esperienza media, la giudicherebbe sicuramente una canna adatta alla pesca del solo pesce bianco; il fusto ultra sottile con conicità poco accentuata, conferisce alla canna grande elasticità e un’azione piuttosto parabolica, oltretutto anche il buon bilanciamento, una volta che la si tiene in mano, fa capire chiaramente che gli spessori del blank non sono certo quelli adottati su feeder rod da carpodromo, ma qui arriva la magia…
Già in un altro articolo parlai delle canne da bianco in acqua ferma evidenziando quanto fosse difficile coniugare alcune delle caratteristiche più importanti per l’efficacia in questo tipo di approccio, ossia: elasticità, prontezza in ferrata, sensibilità, leggerezza e affidabilità.
Ebbene, qui siamo di fronte ad uno di quei rari casi in cui tutte queste peculiarità convergono e si fondono in una canna così versatile da far rimanere a bocca aperta, a maggior ragione quando parliamo di un pacchetto che non arriva ad oltrepassare i 120 euro di prezzo.
La canna si presenta con un look estremamente sobrio, ma riporta tutti quei particolari tecnici che la fanno immediatamente apprezzare nell’utilizzo e la rendono interessante alla vista del pescatore più esigente.
Il manico è corto, 34 cm di sughero (di cui 3cm del tallone rinforzato), si uniscono alla bella placca porta mulinello Alps con chiusura a vite e parte superiore in E.V.A, sono segni caratteristici di attrezzi adatti alla pesca a corta e media distanza.
Sopra la placca troviamo subito una “chicca”, un elegante ed inusuale tubino in carbonio da utilizzare come Hook Retainer legato saldamente al fusto, ma a dirla tutta, avrei preferito un classico anellino in acciaio, sicuramente più robusto e più pratico allo scopo.
Due anelli a doppio ponte legati sulla base e sei a ponte singolo sul sottocima, assieme all’innesto “built-in” tornito, concludono le finiture del grezzo unitamente ai 2 vettini a corredo sopra citati.
Il blanck è grigio scuro con finitura opaca, la serigrafia che porta stampigliato il nome della canna e del campione Jens Koschnick ben si sposano con le legature nere e oro, il particolare collarino metallico sul manico con stampigliata una coppa del mondo ed un pasturatore a gabbietta rendono l’attrezzo davvero gradevole alla vista mantenendo comunque una certa sobrietà.
Al di là dei dettagli stilistici, che mi premeva comunque sottolineare, andiamo al sodo.
Azione della canna…qui mi dovete perdonare ma devo spendere più di qualche parola per descrivere questo oggetto, che sinceramente mi ha sorpreso sin dall’inizio; ricordo la Jens Koshnick in mano ad un amico che la sfoggiava con curiosità per la prima volta in laghetto dietro casa mia, forse inconsapevole di quanto gli sarebbe poi piaciuta in seguito…
Estremamente gentile e decisamente parabolica nell’azione, con una riserva di potenza nel pedone piuttosto importante ed una elasticità tale da renderla polivalente come mai mi era capitato di vedere in una canna di questa fascia di prezzo, anzi sì, mi successe con le mie “vecchie” care Fox Challenger, altra tipologia di attrezzo ma con caratteristiche, per certi versi, simili.
Ebbene, contro ogni aspettativa, la World Champion risulta facile e precisa nel lancio, il pasturatore vola via con naturalezza ed è facile metterlo dove abbiamo deciso, lancio dopo lancio, per tutta la durata della nostra sessione.
A mio avviso sono eccessivi i 50gr di casting dichiarati, ma piuttosto direi 40gr complessivi di piombo e pastura; ho pescato con cage e open-end da 5 a 25 gr più relativo contenuto senza alcuna difficoltà e ho provato a lanciare con solo piombo di 50 gr ma ho notato subito un eccessivo caricamento della canna.
Il grezzo si rende particolarmente adatto nelle giornate difficili, in cui il pesce va ricercato; ami piccoli (18-22) e terminali dallo 0.08 allo 0.14 sono decisamente il suo campo di utilizzo migliore, sembra perfettamente calibrato per la pesca del carassio ma scopriamo con sorpresa ed entusiasmo che le catture di piccole carpe ci fanno apprezzare appieno tutte le caratteristiche di questo gioiellino.
Ricordo ancora lo sguardo allibito dell’amico Adriano, la prima volta che mi vide sfoderare la Browning da 11’ per pescare le carpe, attonito, quasi incredulo; io sicuro ed orgoglioso nel mostrargli le vere potenzialità della canna, lo convinsi a fare lo stesso e, nemmeno a farlo apposta, come prima cattura fece un grosso Channel che a fatica stette nel guadino.
L’affidabilità lascia senza parole e spesso invita ad osare oltre quello per cui è stata progettata, ma quando si superano certe dimensioni di preda, la piega fino al manico ci fa capire a chiare lettere che siamo nella zona rossa del contagiri e una canna da bianco non è quello che serve con carpe da 5 kg ed oltre.
I vettini sono estremamente calibrati sulle sensibilità indicate, ma quello da 0,75 è sicuramente quello che apprezzo maggiormente contestualmente alle situazioni in cui amo utilizzare questa canna, cioè nelle giornate in cui il pesce è più apatico e le tocche sono poco percepibili o la taglia media delle catture va da pochi grammi al mezzo chilo.
La cima da 1oz la si può apprezzare pescando con method feeder in fisheries in cui la taglia media delle carpe lo consenta.
Altro punto di vanto di questa canna lo troviamo nella prontezza sulla ferrata, testata in lago naturale sui gardon e cavedani con cage feeder e open-end, ami del 20-22 e terminali dello 0,10, mi hanno consentito di percepire mangiate fulminee e arrivare sempre allo “Strike” con successo.
Con la 12’ possiamo pescare comodamente a 40 metri anche se non siamo dei gran lanciatori come il sottoscritto e con la 11’ si arriva con precisione ai 30 metri. Personalmente non amo forzare i lanci e cerco di stare sempre sotto le reali capacità di una canna, sia per un discorso di incolumità delle vette e sotto vetta, ma anche per avere maggiore precisione e poterla mantenere per tutta la durata della sessione.
Riassumendo, posso dire che questa canna ci sarà amica fidata in ogni momento in cui vorremmo godere appieno delle nostre catture, quando vorremo percepire ogni più piccola tocca sul tip e quando vorremo sentire ogni minima vibrazione sul manico attraverso un grezzo così sottile ed elastico che possa garantirci tutela piena all’incolumità del nostro terminale o salvaguardarci da slamate accidentali nel recupero. Nello stesso momento non avremo timore semmai dovessimo incappare in una preda XL non prevista, la grande riserva di potenza nel basso di canna entrerà protagonista offrendoci un recupero assolutamente all’altezza della situazione.
Con poco più di 100 euro ci si porta a casa una canna che si farà preferire spesso ad altre più blasonate e costose nelle uscite invernali o in tutti quei contesti in cui la leggerezza e la sensibilità devono essere requisiti prioritari.
In pratica un attrezzo davvero gentile con tutte le prede e al contempo forte solo con chi richiede un po’ di muscoli, garantendo in ogni situazione estremo divertimento e successo nel risultato, una feeder rod particolarmente adatta a far avvicinare alla tecnica anche coloro che non hanno ancora avuto occasione di cimentarsi o, azzardo, i più riluttanti.
Dettagli che contano:
1- La canna:2- La placca porta mulinello Alps:3- Il Manico in sughero con parte superiore piatta:4- Tallone in sughero gommato rinforzato:5- Tubino di carbonio come Hook Retainer :5- L’innesto built-in spigot:6- I vettini:Perchè SI: Azione, elasticità, sensibilità, affidabilità, manico e placca assolutamente pregevoli, piacevolezza nell’uso ed efficacia nelle situazioni difficili di ricerca.
Perché NO: Sottovetta con vettino innestato risulta circa 1cm più lungo della base (pericoloso per l’incolumità del vettino nel trasporto), tubino in carbonio come Hook-Retainer (avrei preferito il classico anellino), fodero estremamente economico al limite della sua funzione.
Se vorrete provarla, fatemi sapere…
Michele